Un esempio di legame fedele per natura
Nella bella stagione, i prati fioriti raccontano la storia dell’antica alleanza tra le piante e l’ape da miele. Una storia che nasce da una necessità: essendo immobili, i vegetali devono trovare strategie per riprodursi e generare semi. E i fiori servono proprio a questo: favoriscono l’impollinazione incrociata, cioè lo scambio di pollini tra piante diverse della stessa specie.
I fiori attraggono le api, le api corteggiano i fiori
I fiori, infatti, grazie ai loro colori e ai loro profumi, attraggono un gruppo selezionato di insetti noti come impollinatori o pronubi, incaricati proprio di trasportare il polline da una pianta all’altra. Tra questi, l’ape da miele si distingue per l’efficienza. Ma lei non passa di fiore in fiore con lo scopo di fecondare le piante, quello che a lei interessa dei fiori è il nettare, un liquido zuccherino raccolto dai calici e trasformato in miele, il suo principale alimento. E ha bisogno di tanto miele, perché con questo nutre per dodici mesi all’anno una famiglia composta da cinquantamila sorelle e da un’unica madre. Questo impollinatore, infatti, non entra in diapausa – così si chiama il letargo degli insetti – come la maggior parte degli altri insetti ma resta attivo anche in inverno. Ecco perché, quando durante la bella stagione i prati si riempiono di fiori, l’ape entra in milioni di corolle: deve raccogliere le provviste anche per i mesi freddi. Così facendo, intanto, impollina un grande numero di piante.
Le api sono fedeli ai fiori per la salvaguardia della specie
Ma oltre a essere una grande lavoratrice, l’ape è anche un insetto fedele. Nel corso della giornata, infatti, segue un principio chiamato “costanza florale”: una volta scelto il primo fiore al mattino, continuerà a visitare solo quelli della stessa specie. Per le piante questo è un vantaggio, perché aumenta la probabilità che i granuli pollinici raggiungano il giusto destinatario, favorendo la formazione di semi e quindi la nascita di nuovi organismi. Altri impollinatori, come farfalle e mosche, non mostrano la stessa fedeltà, e ogni giorno si spostano da un fiore all’altro senza particolari preferenze.
Ma se le api hanno bisogno dei fiori, e per loro sono diventate fedeli, anche le Angiosperme – cioè le piante provviste dei fiori – hanno bisogno delle api e si sono adattate di conseguenza. La selezione naturale ha infatti favorito le piante con caratteristiche particolarmente gradite a questi impollinatori.
L’amore tra le api e i fiori colora il nostro mondo
Le corolle, ad esempio, si sono evolute passando da forme semplici e a raggiera a strutture più complesse e asimmetriche, talvolta simili a farfalle o piccole caverne, per essere meglio riconosciute dalle api. Anche i colori hanno subito una selezione: nel prato, infatti, predominano tonalità preferite dalle api, come il giallo, il blu, il violetto, il bianco e l’azzurro. Inoltre, molte piante hanno sfruttato la sensibilità al movimento di questo insetto: per questa ragione i fiori sono più spesso in cima a lunghi steli, visibili da lontano, e capaci di oscillare al vento. Infine, i profumi floreali agiscono come richiami a lunga distanza che attirano le api anche da molto lontano.
Un prato fiorito è dunque il risultato di questa straordinaria alleanza: un incontro che ha reso il mondo più colorato, profumato e ricco di vita.
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Gianumberto Accinelli – Entomologo e scrittore, trasmette la sua passione per la natura in progetti di econarrazione. I suoi interlocutori sono le scuole, le aziende, le associazioni e tutte le persone vogliono raccontare la natura. Nato a Bologna nel 1969, consegue con il gruppo di lotta biologica dei professori Giorgio Celli e Stefano Maini la laurea in agraria e il dottorato di ricerca con sperimentazioni sulla lotta biologica. Attualmente insegna Eco-narrazione alla Libera Università di Anghiari diretta da Duccio Demetrio e Scienze Naturali presso il liceo scientifico Manzoni di Bologna. Ha pubblicato, fra gli altri, “La meravigliosa vita delle farfalle” e “La meravigliosa vita delle api” (entrambi per Edizioni Pendragon), “I fili invisibili della natura” (Lapis Edizioni), “Breve storia di un raggio di sole” (Rizzoli), “Altri fili invisibili della natura” (Lapis Edizioni), “Verde come l’Italia” (Battello a Vapore), “Giù nel blu” e “Su nel blu” (Nomos edizioni). Nel 2018 ha vinto il prestigioso premio di letteratura per l’infanzia “German Youth Literature Award” e nel 2024 il “Bologna Children’s Award” alla Fiera internazionale del libro di Bologna. Da anni racconta le sue storie di natura a Fabio Volo ne “Il Volo del mattino” su Radio Deejay, è spesso ospite del programma televisivo “Geo&Geo” su Rai 3. Inoltre, Gianumberto Accinelli ha una rubrica fissa nella trasmissione “Terra Mater”, in onda su Tv2000.