Storie di Mielizia

“Senza zuccheri aggiunti”: un dolce inganno?

Negli ultimi anni sono tantissime le strategie di marketing messe in campo dai produttori dell’industria alimentare che hanno tra gli obiettivi quello di rendere i prodotti attraenti e al tempo stesso trasmettere connotati di genuinità, salubrità e qualità, inducendo il consumatore all’acquisto dei propri articoli a discapito di dozzine di altri appartenenti alla stessa categoria merceologica.

Al fine di rendere i prodotti appetibili, senza però far sopraggiungere sensi di colpa che attanagliano il consumatore, riuscendo a scongiurare senza indugio minacce per la linea e per la salute, i produttori hanno messo in campo una serie di strategie comunicative concernenti indicazioni nutrizionali e salutistiche che inducono l’acquirente a credere che il prodotto sia effettivamente salutare anche quando di fatto non lo è.

Le indicazioni nutrizionali

Queste informazioni aggiuntive “nutrition claim” spesso sottintendono che un alimento abbia proprietà benefiche, alle volte addirittura terapeutiche e curative dovute ad esempio al profilo nutrizionale, o alle sostanze nutritive contenute in esso o ancora all’assenza di ingredienti ritenuti deleteri per la salute. Così nella spietata lotta dei “senza…” tra i claim maggiormente diffusi, oggetto di dibattiti e diatribe riporto uno dei più in voga ovvero “senza zuccheri aggiunti”.

Spesso però dietro questa dicitura si nascondono sostanze che risultano difficili da riconoscere e identificare in etichetta. L’impiego di dolcificanti alternativi al miele o al saccarosio, il comune zucchero da tavola, quali il sorbitolo, lo sciroppo di mais, lo sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS), ecc… o edulcoranti naturali e artificiali quali l’acesulfame k, l’aspartame, il sucralosio, per citarne alcuni, è aumentato vertiginosamente.

La promessa di un prodotto a ridotto contenuto calorico “light”, “sugar-free”, “zero calorie”, “diet” contenente nella maggior parte dei casi dolcificanti diversi dal miele e dallo zucchero ha incoraggiato e quindi fortemente orientato le scelte dei consumatori verso l’acquisto di prodotti che troppo spesso mal si conciliano nel contesto di una dieta sana ed equilibrata. Dai biscotti per la prima colazione, ai piselli in scatola, dalle fette biscottate, ai sughi pronti i dolcificanti si nascondono davvero dappertutto!

Edulcoranti e dolcificanti e i loro effetti collaterali

Quali sono i principali dolcificanti e edulcoranti impiegati dall’industria alimentare, in sostituzione del miele e dello zucchero e come li riconosciamo in etichetta? Ma soprattutto quali sono i principali effetti collaterali per la nostra salute legati al consumo regolare e spesso inconsapevole di alimenti e bevande contenenti queste sostanze?

Prima di rispondere a queste domande facciamo un passo indietro; i dolcificanti o edulcoranti sono sostanze naturali o di sintesi ampiamente adoperati dall’industria alimentare, spesso in sostituzione del miele o dello zucchero, per conferire un sapore dolce agli alimenti e alle bevande e per migliorarne dunque la palatabilità. Tra questi troviamo i polioli (Tabella 1) e gli edulcoranti intensi (Tabella 2).

mielizia blog - senza zuccheri - polioli

mielizia blog - senza zuccheri - edulcoranti intensi

I polioli noti anche come polialcoli quali il maltitolo (E 965), il sorbitolo (E 420), lo xilitolo (E 967), sono solo alcuni, vengono spesso impiegati da soli o in associazione agli edulcoranti intensi, per la realizzazione di alimenti e bevande spesso definiti “sugar-free”.  Tra i principali effetti sfavorevoli legati al consumo regolare di prodotti contenenti polioli in generale troviamo i disturbi gastrointestinali quali gonfiore, crampi e dolori addominali, meteorismo, flatulenza, dissenteria.

Anche l’impiego di edulcoranti intensi (acalorici) quali l’acesulfame k (E 950), il sucralosio (E 955), il ciclammato (E 952) ecc che ritroviamo nelle bevande, negli snack e via dicendo, ha registrato un fortissimo incremento negli ultimi anni. Questi dolcificanti conferiscono un sapore dolce molto persistente ed hanno un potere dolcificante superiore a quello del saccarosio che va dalle 30 alle 13000 volte.

Questi dolcificanti a lungo andare alterano la percezione del gusto dolce, riducono il senso della sazietà e stimolano quello della fame. Molti di questi composti sono in grado di influenzare il microbiota intestinale, con un impatto negativo sul metabolismo glucidico, sulla sensibilità insulinica e quindi sul peso corporeo.

L’importanza dell’etichetta nutrizionale

La difficoltà di individuare in etichetta queste sostanze, che si celano dietro nomi complessi o sigle difficili da identificare come quelle sopracitate, comporta un consumo inconsapevole e incontrollato di questi dolcificanti e degli alimenti e bevande che li contengono.

Nel lungo periodo questo ha un impatto negativo sui processi fisiologici e metabolici. Inoltre, il consumo regolare di alimenti e bevande contenenti dolcificanti “nascosti”, quali lo sciroppo di glucosio-fruttosio, gli edulcoranti, il fruttosio, i polioli, ecc, associato ad una vita sedentaria, ci espone ad importanti rischi per la salute quali sovrappeso e obesità, ipertensione, ipercolesterolemia, diabete tipo 2, steatosi epatica, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari.

L’etichetta nutrizionale rappresenta lo strumento più potente che un consumatore ha a disposizione in quanto consente di valutare le caratteristiche qualitative e nutrizionali di un determinato prodotto che vogliamo acquistare; lista degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale riservano preziose informazioni sulle quali dobbiamo focalizzare la nostra attenzione. La prima riporta in ordine decrescente la lista degli ingredienti presenti nel prodotto, i primi ingredienti ad essere elencati saranno quindi quelli predominanti all’interno del prodotto.

La dichiarazione nutrizionale descrive le caratteristiche nutrizionali del prodotto e in linea generale fornisce le seguenti informazioni: il valore energetico espresso in termini di Kcal e Kj, le quantità totali di grassi, di acidi grassi saturi, di carboidrati totali, di zuccheri, di proteine e di sale per 100 g o 100 ml.

La normativa europea

La normativa europea in materia di etichettatura degli alimenti con il Regolamento UE n. 1169/2011 stabilisce inoltre che i polioli rientrano tra le indicazioni facoltative, fornite su base volontaria dall’operatore al consumatore, di conseguenza la loro presenza nella dichiarazione nutrizionale verrà indicata a discrezione dell’azienda produttrice.

Solo nel caso in cui l’alimento contenga più del 10 % di polioli aggiunti, autorizzati dal Regolamento CE n. 1333/2008, ulteriormente aggiornato con il Regolamento UE 2018/97, in etichetta dovrà esser riportata la seguente dicitura: «un consumo eccessivo può avere effetti lassativi». Nel caso di prodotti addizionati di edulcoranti consentiti l’etichetta riporterà la dicitura “con edulcoranti”.

Le dosi consigliate e la dipendenza dagli zuccheri

Avere la consapevolezza della quantità e della qualità degli zuccheri che introduciamo attraverso gli alimenti e le bevande che consumiamo è fondamentale per controllare i livelli di glicemia e quindi prevenire picchi glicemici. Un aumento repentino della glicemia seguito da un calo altrettanto rapido della stessa causa sensazioni di spossatezza ed affaticamento, stimola il senso della fame, spingendoci ancora una volta a ricercare altri zuccheri. Questo innescherà inevitabilmente un vero e proprio circolo vizioso che porta ad una vera e propria dipendenza dagli zuccheri, definita “sugar addiction”.

In generale è raccomandabile non superare le soglie di 15 grammi/100 g di zuccheri per gli alimenti solidi quali biscotti, barrette, snack o simili e 5 grammi/100 g o ml di zuccheri per gli alimenti liquidi quali yogurt, bevande vegetali o simili. L’ Oms suggerisce di non superare la dose giornaliera di 25 g di zucchero sia per adulti che per bambini, che corrisponde a 5 cucchiaini di zucchero o 5 bustine di miele. Il segreto non è quindi sostituire lo zucchero o il miele con dolcificanti artificiali ma abituarci a sapori meno dolci e più naturali!

Un cibo o una bevanda dolci contengono inevitabilmente dolcificanti siano essi naturali o artificiali, anche quando l’etichetta riporta diciture come quelle sopra citate. Spetta a noi non fermarci alla mera lettura di quanto riportato sul fronte dell’etichetta ma approfondire la conoscenza dei prodotti che acquistiamo per avere piena consapevolezza dei nostri acquisti.

La spesa consapevole

Come abbiamo visto spesso dietro i claim “senza zuccheri aggiunti”, “light”, “zero calorie”, “sugar free” in realtà troviamo prodotti il cui consumo a lungo andare rappresenta una vera e propria minaccia per la nostra salute, dunque tieni a mente che:

  1. L’etichetta nutrizionale rappresenta la carta di identità del prodotto, quindi è di fondamentale importanza imparare a leggerla per essere consapevoli del cibo e delle bevande che imbandiscono le nostre tavole;
  2. Quando acquistiamo un prodotto dolce chiediamoci quanto dolce questo sia e quali sono i dolcificanti che lo rendono tale;
  3. Ricordati che una spesa consapevole è il primo passo per prenderci cura della nostra salute!

 

Foto: Cibo foto creata da jcomp – it.freepik.com

Anastasia Fermo - Biologa nutrizionista Dott.ssa Anastasia Fermo – Biologa nutrizionista Laurea triennale in Scienze biologiche presso l’Università degli Studi di Parma (2016) e laurea specialistica in scienze della nutrizione umana presso l’ Università San Raffaele (2019). Si occupa di divulgazione scientifica, educazione alimentare e percorsi di rieducazione alimentare presso istituti comprensivi pubblici e privati, per promuovere i principi di una sana alimentazione ed un corretto stile di vita, trasmettendo i concetti di stagionalità, territorialità cultura e tradizione gastronomica. Elabora piani nutrizionali personalizzati e diete speciali per diverse patologie.
www.anastasiafermonutrizionista.it

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